Dal 27 marzo 2025 in sala Le Assaggiatrici, un film che fa riflettere sulle tante implicazioni del nazismo.

E se Hitler fosse morto prima, magari avvelenato, quante vite si sarebbero salvate? Come sarebbe andata la storia? Come sarebbe stato il mondo oggi?

Anno2025
GenereDrammatico
Durata123 minuti
RegiaSilvio Soldini
CastElisa Schlott, Max Riemelt, Alma Hasun, Nicolo Pasetti, Marco Boriero

Trama (di fantasia, sì, ma tratta da una storia vera)

Durante la Seconda Guerra Mondiale un gruppo di giovani e sane donne tedesche sono costrette a mangiare tutti i giorni. I loro, però, non sono pranzi di piacere, perché sono le assaggiatrici di Hitler.

Un film intenso ed emozionante che esplora con garbo e profondità le diverse sfaccettature della complessa esperienza di queste donne.

Il regista Silvio Soldini ( io ho amato moltissimo il suo Pane e tulipani) ha portato sul grande schermo l’omonimo romanzo di Rosella Postorino.

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La trama di fantasia parte da un fatto di cronaca reale: nel 2012 a 95 anni, poco prima di morire, una donna di nome Margot Wölk ha rivelato di essere stata una delle tedesche costrette ad assaggiare i pasti di Hitler. È stata lei l’unica a sopravvivere alla guerra.

Per dare maggior realismo alla messa in scena, il film è stato girato in lingua tedesca. 

La protagonista della vicenda è Rosa (Elisa Schlott), una giovane berlinese, col marito al fronte, che irrazionalmente perde la testa per un ufficiale delle SS (Max Riemelt).

Accanto a lei altre 6 donne, ognuna con un tratto distintivo del carattere, che vivono sul filo del rasoio il loro rischioso compito.

Sulla tavola delle assaggiatrici passano tantissimi piatti destinati al Führer, molti della tradizione tedesca e qualche raffinatezza da chef. Nulla a base di carne perché Hitler, paradossalmente, era vegetariano. Nel film puoi scoprire perché…

La ricetta che ho voluto preparare ispirandomi a questo film, però, non è nessuna di quelle che è destinata a Hitler. Sì, è con le patate, perché non potevo farne a meno essendo un film tedesco. Ho cucinato, però, un piatto povero, una minestra carote e patate che la protagonista  mangia assieme ai suoceri. Uno dei pochi piatti disponibili nelle campagne tedesche in tempo di guerra. Buonissima nonostante la sua semplicità.

Un film coinvolgente che tiene col fiato sospeso e il batticuore fino alla fine.