Oggi, 29 settembre 2021, si celebra la seconda “Giornata mondiale della consapevolezza delle perdite e degli sprechi alimentari” istituita dall’ONU e inaugurata per la prima volta l’anno scorso, nel 2020.
Gli sprechi e le perdite alimentari sono un problema centrale per il futuro del Pianeta. Secondo la FAO circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo finiscono ogni anno nel cestino. Circa un terzo di tutti gli alimenti prodotti nel mondo va perso o sprecato nel passaggio fra il produttore e il consumatore.
Le maggiori perdite alimentari si verificano nella raccolta, nel trasporto e nel confezionamento delle derrate alimentari.
In particolare, la perdita più ingente si registra per i prodotti freschi, come gli ortaggi e la frutta, soggetti a una più rapida deperibilità e frequentemente oggetto di specifiche manipolazioni o operazioni di selezione, al fine di adattarli alle esigenze del consumatore.
Anche i comportamenti delle persone portano un enorme volume di scarti. Parliamo, ad esempio, di acquisti eccessivi, prodotti dimenticati in dispensa, date di scadenza non controllate, acquisti di pacchetti troppo grandi.
Proprio ieri il Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability ha presentato dati molto interessanti su questo tema, contenuti nel Rapporto “FOOD & WASTE around the WORLD” che mette a raffronto la situazione di 8 diversi Paesi, tra cui l’Italia.
Vi consiglio, su questo argomento, di andarvi a vedere la serie di video “In frigo veritas” di Fabio Ciconte sul sito online de La Repubblica. Fabio Ciconte parla in modo intelligente e ironico del tema del consumo responsabile, etico e sostenibile dal punto di vista ambientale.
Lo spreco alimentare è tanto più inaccettabile in un mondo che vede ancora circa 690 milioni di persone soffrire la fame e ben 3 miliardi che non possono permettersi un’alimentazione sana.
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La buona notizia sullo spreco alimentare
La buona notizia è che l’attenzione al problema è cresciuta sensibilmente negli ultimi anni.
Sempre più persone fanno attenzione ai loro comportamenti, ne parlano e ne scrivono sui social. Tante care amiche che seguo su Instagram, ad esempio, tutto l’anno fanno iniziative e ricette per evitare gli sprechi e riciclare il cibo.
Waste Watcher ha messo in luce che in Italia, ad esempio, lo spreco alimentare si è ridotto del 12 % nel 2020, rispetto al 2019. Complice forse la pandemia e la necessità di risparmio.
7 italiani su 10, comunque, dichiarano di essere disposti a spendere qualche euro in più per una maggiore qualità, stando eventualmente più attenti alle quantità da acquistare.
E’ certo che acquistare cibo a km 0 o da filiera corta (direttamente dal produttore), di stagione e secondo i principi della dieta mediterranea aiuta ad avere una catena di distribuzione più efficiente.
Sia a livello europeo che nazionale esistono inoltre dei programmi per l’acquisto delle eccedenze alimentari da destinare alle famiglie in difficoltà. In Italia sono ben 5 milioni di persone che risultano destinatarie di aiuti alimentari.
Il modello alimentare del futuro
Il modello alimentare del futuro deve essere sostenibile, equo e solidale, basato sull’economia circolare.
Tutti noi con le nostre scelte in ambito “food” possiamo dare il nostro contributo, piccolo o grande che sia, nell’uso corretto delle risorse naturali e del cibo, per il bene nostro e delle future generazioni.
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