Hai mai sentito parlare di Comunità Energetica Rinnovabile (CER o REC)? Sicuramente conosci il fotovoltaico e le energie rinnovabili, ma sai che è possibile creare comunità energetiche in cui più soggetti pubblici o privati (anche semplici cittadini) producono e consumano energia rinnovabile “a Km zero”? 

Comunità Energetica (CER, CRE o CERS)

La Comunità Energetica rappresenta uno strumento importante per: 

  • la transizione ecologica
  • per perseguire concretamente giustizia climatica e sociale 

In sostanza, può favorire la nascita di processi virtuosi per l’ambiente ma anche per l’economia civile, perché aiuta le comunità a ridurre le disuguaglianze in un’ottica di solidarietà.

Di fatto è una risposta molto concreta alla necessità di intervenire contro i cambiamenti climatici e per mettere in atto quanto stabilito dall’Agenda 2030. Ricordo che l’Europa si è impegnata, entro il 2023, a ridurre le proprie emissioni complessive del 40% rispetto ai livelli del 1990! 

In questo articolo voglio solo aprire la prospettiva sulle possibilità che abbiamo a disposizione per mettere in atto un cambiamento reale. 

Chiaramente si tratta di uno strumento complesso, che ha bisogno di essere studiato e approfondito, ma la sua realizzazione è possibile, come dimostrano le tante comunità che stanno nascendo in Italia.

Comunità energetica rinnovabile fotovoltaico

Cosa sono le Comunità Energetiche Rinnovabili? 

Il concetto di Comunità Energetica non è di per sé una novità: si tratta di un gruppo di imprese e/o privati che si uniscono per produrre e distribuire energia ai consociati. 

In Italia la prima comunità energetica è quella della Val di Funes (Alto Adige). Costituita nel 1921, la Società Elettrica Santa Maddalena inizialmente sfruttava energia idroelettrica, oggi questa comunità energetica ha diversificato le fonti rinnovabili, puntando anche su fotovoltaico e biomassa. Grazie ai ricavi ottenuti dalla cessione dell’energia in eccesso, la comunità può anche investire in progetti legati al territorio! 

Lo sviluppo di Comunità Rinnovabili è in crescita e può essere monitorato grazie al progetto Comuni Rinnovabili di Legambiente

Fonti e Normativa

Per approfondire il concetto di comunità energetica si può vedere quanto riportato nelle direttive UE relative alla promozione delle rinnovabili:

  • direttiva UE 2018/2001 – RED2, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili
  • direttiva UE 2019/944 sulle regole comuni per il mercato interno dell’energia

A queste direttive sono seguiti anche diversi atti normativi e regolamentari a livello nazionale. Per approfondire l’aspetto normativo, ti rimando al sito del GSE (Gestore dei Servizi Energetici) e alla pagina sulle Comunità Energetiche Rinnovabili.

Comunità energetiche: come funziona?

Come dare vita a una CER? Per costituire una Comunità Energetica serve l’iniziativa di soggetti pubblici o privati che si trovano in uno stesso perimetro geografico.

Si procede individuando l’area in cui installare l’impianto: questa deve trovarsi nella stessa zona in cui si trovano i consumatori. ma non deve essere necessariamente di proprietà della comunità. Infatti, può appartenere a un solo membro della comunità o addirittura coinvolgere un soggetto esterno.  

Per la condivisione dell’energia prodotta si utilizza la rete elettrica esistente. Ogni membro della comunità installerà un contatore particolare in grado di fornire indicazioni in tempo reale in merito a: produzione, autoconsumo, cessione e prelievo dalla rete.

Un vantaggio per l’ambiente, sì, ma anche per il portafoglio! 

CERS: la condivisione di energia come chiave per la lotta ai cambiamenti climatici e alle diseguaglianze

Le comunità energetiche rappresentano una soluzione virtuosa non solo per l’ambiente ma anche per la società. Trovo molto interessante la Comunità Energetica Rinnovabile e Solidale (CERS).

La progettazione di questo particolare “strumento” richiede che si faccia un’analisi delle criticità locali, individuando le realtà caratterizzate da disuguaglianze sociali ed economiche. 

Cosa sono esattamente le CERS? Si tratta di realtà partecipate da più soggetti (parrocchie, scuole, imprese, associazioni, negozi, singoli cittadini) che investono sulle rinnovabili per dividere spese e ricavi derivanti dal risparmio energetico ottenuto. L’energia in surplus si può mettere a disposizione dei vicini, in primis si può destinare alle famiglie in difficoltà.

Le ragioni di questo progetto non sono solo etiche, ma anche economiche: 

“Per ogni MVh prodotto lo Stato riconosce al soggetto un vantaggio economico: poiché il produttore di energia rinnovabile non sfrutta la rete nazionale, lo Stato gli riconosce una parte del suo risparmio dovuto ai mancati oneri di distribuzione, sotto forma di tariffa premio, da erogare sulla base della quota di energia prodotta, nella fattispecie 110 euro per ogni MVh prodotto”.

Belle parole e basta? NO.

A Napoli, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, la prima CERS d’Italia è nata grazie alla collaborazione tra la Fondazione Famiglia di Maria, Legambiente e 40 famiglie in condizione di povertà energetica. Grazie alla partecipazione della Fondazione per il Sud, i costi di realizzazione sono stati ridotti del 40% e oggi la comunità costituisce un esempio di produzione virtuosa.

A Roma è nata di recente la CERS Le Vele nel I Municipio e altre ne stanno nascendo in tutta Italia.

Comunità energetica: quali fonti rinnovabili?

Anche se la maggior parte delle comunità energetiche punta sul fotovoltaico per produrre energia, in realtà si può produrre energia da qualsiasi tipo di impianto da fonte rinnovabile: eolico, biogas, idroelettrico ecc. 

Comunità energetica eolico

Che differenza c’è tra l’impianto fotovoltaico condominiale e la comunità energetica rinnovabile?

Se abiti in città, a questo punto la domanda ti sarà sorta spontanea: ma che cambia tra l’impianto condominiale e la CRE?

Be’, sono differenti. Si parla sempre di condivisione di energia, ma :

  1. A livello condominiale si costituiscono gruppi di autoconsumo collettivo (AUC), ai quali afferiscono i condomini o unità immobiliari di uno stesso condominio.
  2. La CER riguarda utenti che non si trovano all’interno di uno stesso edificio o condominio. 

Dunque, nella modalità di autoconsumo collettivo i consumatori sono ubicati all’interno di un medesimo edificio (esempio classico: il condominio), mentre la comunità energetica non prevede la condivisione dell’edificio (da qui il concetto di comunità): uno o più utenti della comunità producono l’energia e la condividono con gli altri membri della comunità, utilizzando la rete di distribuzione nazionale. 

Questa condivisione di energia, rispetto all’impianto individuale, favorisce la riduzione di sprechi e dispersioni, contribuendo a un sistema elettrico più efficiente.

Le Comunità Energetiche sono un esempio di come la transizione ecologica sia possibile! Se vuoi saperne di più, torna al paragrafo 1.1 Fonti e Normativa.

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