In una piazza Venezia in pieno fermento per i lavori del Giubileo, Palazzo Bonaparte, dove abitò Letizia la madre di Napoleone, ospita un’indimenticabile mostra su Fernando Botero.
Chi era Fernando Botero
Fernando Botero nasce a Medellín, in Colombia, nel 1932. La sua passione per l’arte comincia fin da ragazzo, ma nel suo paese non ci sono musei dove può osservarla.
Con i soldi di un premio vinto con i suoi primi dipinti, lascia la Colombia per l’Europa, dove inizia a viaggiare per studiare i grandi maestri del passato. Si iscrive in alcune scuole d’arte, ma il suo primo maestro è il museo del Prado a Madrid.
Rimane affascinato anche dalle opere che vede in Italia. Tra queste, la camera degli sposi a Mantova e il doppio ritratto dei duchi da Montefeltro di Piero della Francesca.
Botero dipinge partendo dall’osservazione dei classici della storia dell’arte e ne dà una reinterpretazione personale che ingigantisce e carica di volume eccezionale.
Crea anche opere differenti, che prendono spunto dai suoi ricordi d’infanzia in Colombia, dalla sua esperienza nella corrida, dallo spettacolo di un circo al quale assiste, dalla natura e dagli animali che osserva, ma anche dai fatti di cronaca.
Particolarmente significativi e crudi i dipinti ispirati agli abusi perpetrati nella prigione di Abu Ghraib in Iraq.
In 70 anni di attività Botero realizza più di 3000 opere, tra dipinti e sculture.
Per amore della gente del suo paese d’origine, regala alla Colombia non solo opere sue ma anche di altri artisti che vengono esposte nelle strade e nei musei. Questo perché tutti possano godere della bellezza dell’arte che era tanto mancata a lui da ragazzino.
Nel 1995, nella Plaza de San Antonio, una bomba uccide 23 persone, ne ferisce 200 e distrugge parzialmente la statua Pájaro (Uccello) di Botero. Accanto alla statua rovinata, lasciata lì per volere di Botero come ”monumento all’imbecillità”, l’artista pone una statua simile che chiama La Paloma de la paz (La colomba della pace).
Nel corso della sua vita si sposa tre volte. L’ultimo matrimonio con Sophia Vari, artista di origini greche, dura 45 anni.
Dei 4 figli, colpisce la storia di Pedro che muore in un incidente stradale a 4 anni nel 1974. Botero, che perde una falange della mano destra nello stesso incidente, rievoca la memoria del figlio in tantissimi quadri molto commoventi.
Gli ultimi anni, Sophia e Fernando vivono tra Parigi, Montecarlo e Pietrasanta. La città versiliese dove hanno vissuto e lavorato anche Moore, Mirò, Pomodoro, Folon, Mitoraj e Cascella, è luogo di laboratori di copisti e di fonderie, e qui prendono forma le statue di Botero.
Un luogo tanto caro ai coniugi Botero, che lo scelsero anche come luogo di sepoltura. Entrambi riposano lì dal 2023.
La mostra a Roma a Palazzo Bonaparte (2024-2025)
A un anno dalla morte del maestro colombiano, che fa dell’abbondanza del volume il suo segno distintivo, Roma ne celebra l’arte con l’esposizione di opere conosciute ma anche diversi inediti, esposti per la prima volta al grande pubblico.
La mostra, curata dalla figlia Lina e da Cristina Carrillo de Albornoz, fa emergere tutto il fascino e la sensualità che egli trova nell’esaltare il volume. Dalle prime opere, alle reinterpretazioni di classici dell’arte, passando per nature morte, corrida, circo, senza tralasciare tematiche crude come gli abusi di Abu Ghraib.
Il visitatore è travolto dai corpi voluminosi a malapena contenuti nello spazio e dall’uso del colore che talvolta è steso con pennellate decise ed evidenti, altre volte con campiture ampie e piatte.
Lo stupore grande nasce, però, dinanzi alle statue che sembrano fuoriuscire dai quadri per prendere forma tridimensionale. Un uomo e una donna che ballano in mezzo alla folla, sembrano scendere giù dal dipinto per spogliarsi e continuare a ballare in solitudine. Affascinante!
Un artista mai sazio che, nel 2020 in un’intervista alla domanda “Che cosa le piacerebbe poter fare?” dichiarò : “ Imparare a dipingere! L’aspetto meraviglioso della pittura è che nessuno può dire di saper dipingere”
A Roma fino al 19 gennaio 2025.
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