Conosci Felicita Sala? 

Questa talentuosissima illustratrice ha vinto il premio Andersen nel 2020. Si tratta di un premio che, come recita il sito “è il più prestigioso riconoscimento italiano attribuito ai migliori libri per ragazzi, ai loro autori, illustratori ed editori”.

LIBRI STRABILIANTI E DOVE TROVARLI

Sul mio sito parlo di cose buone, sì, ma anche belle. Quelle cose belle che riempiono gli occhi ma anche l’anima. Come i disegni di Felicita. 

Ecco perché condivido con te questa intervista fatta a Felicita a maggio 2024.

Quest’intervista non l’ho fatta da sola, ma è frutto di un lavoro a 4 mani. Un lavoro appassionato che unisce libri e cucina che ho condiviso con mia cugina Chiara. Chiara è una bravissima cuoca ed è amante di libri con i quali viaggia con la fantasia assieme ai suoi bambini. Presto ti farò scoprire altri bei progetti assieme a lei!

Leggi con noi quello che ci ha raccontato Felicita!

La passione per i libri illustrati: dove nasce?

Felicita, raccontaci di te. Sei un’illustratrice autodidatta che ha vinto il premio Andersen nel 2020. In che modo è nato il tuo amore per le illustrazioni e come sei riuscita a trasformarlo in una professione? 

L’amore per i libri illustrati, credo, ce lo abbiamo un po’ tutti nei nostri ricordi da bambini. 

Da piccola amavo ascoltare e ‘guardare’ le fiabe e i libri di Richard Scarry. 

All’età di 7 anni sono andata a vivere a Perth, in Australia, con la mia famiglia. A scuola avevamo una grande Biblioteca, passavo molto tempo lì a leggere e le maestre ci leggevano molti libri illustrati. Molti più di quanti ne avessi letti in Italia. Però, per la maggior parte appartenenti alla tradizione Australiana e Inglese, dove l’enfasi è più sulla narrazione che sul lato artistico. Per questo, poi, da grande non ho considerato l’illustrazione come una valida professione per me. 

Volevo dipingere, fare tele grandi, fare arte. Per farlo dovevo lavorare in altri campi, come l’insegnamento. Per molto tempo non avevo idea cosa fare della mia vita.

La passione per gli albi illustrati come vocazione professionale è nata nel 2005. Avevo 23 anni e mi ero laureata da poco in filosofia in Australia. L’estate, a Roma, ho conosciuto delle persone che lavoravano come illustratori, autori, animatori in plastilina. Ho scoperto un mondo che non conoscevo e ho voluto farne parte. 

Mi sono trasferita in Italia nel 2007 e ho cominciato la mia ricerca personale nel mondo dell’illustrazione prima italiana, poi francese ed europea, e infine anglosassone, da cui venivo e che snobbavo perché consideravo troppo commerciale. In realtà ogni tradizione racchiude dei tesori e da ogni paese ho imparato qualcosa che porto nel mio immaginario.

Ci sono voluti molti anni per arrivare a lavorare come illustratrice a livello professionale.

Prima i testi o prima i disegni?

Hai illustrato diversi libri e ci chiediamo: nascono prima i testi e poi i disegni o viceversa, oppure insieme? Dipende dal libro? Tu come lavori? 

Di solito nascono prima i testi, che mi arrivano già fatti dai vari editori/scrittori. Ma in alcune rare occasioni un libro può nascere da disegni già fatti, come per esempio è cuccesso con il libro ‘Crescendo’, scritto da Susanna Mattiangeli sulla base di alcune illustrazioni. 

Quando scrivo libri miei parto sempre prima dall’idea-testo, solo una volta trovata la storia posso cominciare a disegnare, e poi in base ai disegni vado a modificare e ridurre il testo.

Disegni e tecniche: a mano o col PC?

Le tue illustrazioni sono a mano libera. Che cosa utilizzi acquarelli, tempere etc.? Ti capita di usare anche computer? La copertina di un libro è uno degli elementi fondamentali, come viene scelta? 

Non riesco a lavorare bene al computer, mi annoio, mi mette ansia. 

Lavoro bene a mano, ci metto tempo, lavoro a strati e in varie fasi. Poi scansiono e pulisco un po’ l’immagine con Photoshop. 

La copertina è una scelta che si fa insieme all’editore, o l’art director in America. I grandi editori Americani hanno un team di persone che mette bocca sul design della copertina, che deve essere ottimizzata per le vendite. 

Ci sono molti scontri di teste in questa fase, io spingo per la bellezza, l’armonia, anche un po’ il mistero, il non dire tutto. Il team di marketing spinge spesso per l’opposto di questo.  Alla fine si trova sempre un accordo.

Il cibo nei disegni di Felicita Sala

Appassionate di natura e cibo, ci siamo innamorate in particolare di due picture book Una festa in via dei Giardini e il suo proseguimento Un anno a Fleurville. Ricette dai balconi, dai tetti e dai giardini. Come è nata l’idea di questi libri? 

L’idea é nata dall’incontro con un editore francese, Cambourakis, con il quale volevo lavorare. Lui mi disse di fare un libro di ricette perché aveva visto il mio lavoro online. 

Non avevo mai pensato, prima di allora, di scrivere un libro mio. Poi ho pensato che invece era proprio il punto di partenza perfetto, vista la mia storia con le ricette illustrate. 

Però non volevo fare un semplice ricettario, ma un albo illustrato che raccontasse anche una piccola storia. 

Diciamo che in entrambi i libri ho unito la mia passione per il cibo internazionale con un amore per esplorare le case degli altri. 

Ho inventato un condominio ispirato ai palazzi parigini, e mi sono chiesta, chi vive qui? cosa sta cucinando? E poi era inevitabile far mangiare tutti insieme alla fine, non c’è niente di più bello per me, di più gioioso, della festa, della condivisione con gli amici. 

Il secondo libro segue lo stesso schema ma si estende alla città inventata di Fleurville, seguendo un anno e la stagionalità delle verdure. L’idea di quel libro nacque alla fine del lockdown, quando cominciavamo a incontrarci di nuovo nei parchi per mangiare insieme. 

Le ricette preferite

Sei un’appassionata di cucina? Ci racconti almeno una delle tue ricette preferite tratte da questi libri? 

Si, sono appassionata, mi piace proprio tanto mangiare e mi annoio facilmente. Per questo tendo a usare molto le spezie, le erbe fresche e i sapori acri e pungenti delle cucine asiatiche e mediorientali. 

Tra le ricette preferite c’è la zuppa di fagioli neri, a cui aggiungo una montagna di coriandolo, lime e avocado. E poi la torta di zucca butternut nel secondo libro. 

I ricordi d’infanzia che fanno capolino nei libri

Una festa in via dei Giardini è dedicato alla tua mamma “la cui porta è sempre aperta, la cui tavola è sempre piena”. Qual è un ricordo della tua infanzia legato alla cucina, cosa hai cercato di trasmettere attraverso i profumi e i personaggi che vivono in via dei Giardini? 

Ho tanti ricordi del tavolo pieno di gente, c’era spesso gente a casa a mangiare, perché mamma cucinava bene e la gente o si invitava o li invitava mio padre all’ultimo secondo, gettando mia madre in ansia. Ma poi usciva sempre qualcosa di bello. 

Io davo per scontato che tutti mangiassero così. Poi, invece, crescendo ho visto, nelle case di amici australiani, tanta povertà legata all’esperienza del mangiare insieme. A pranzo ognuno si faceva il suo panino e lo mangiava in stanze diverse. 

Questa cosa dello stare insieme per lunghi pasti si sta perdendo anche qui, ma è comunque forte nella tradizione mediterranea del sud, e nei paesi asiatici e africani. Nei paesi caldi insomma, dove la vita è più lenta. Io credo che la gente in fondo desidera quest’esperienza della convivialità, soprattutto quando ne è carente culturalmente. Infatti questi libri hanno avuto moltissimo successo nel paesi anglofoni.

Le stagioni di Felicita Sala

Un anno a Fleurville dedicato a tutti “i bambini che hanno passato troppo tempo chiusi in casa” continua il tema della cucina legato alla natura, si può coltivare ovunque anche su terrazzi e giardini. Ci piacerebbe che anche Roma fosse un po’ simile a Fleurville. Qual è la tua stagione preferita? E cosa rappresenta per te? 

Pensa che l’immagine finale di Fleurville è ispirata ai picnic di primavera in Villa Pamphili a Roma, con i suoi alti pini ombreggianti. 

La primavera è sicuramente la mia stagione preferita. Io tendo un po’ alla depressione stagionale, e l’arrivo del sole e dei fiori va un po’ a riempirmi di speranza ogni volta, di nuove possibilità. E’ banale quello che dico, ma è così. 

Progetti per il futuro

Quali sono i tuoi progetti e desideri per il futuro? Ci piacerebbe molto conoscere le prossime storie e ricette di Pilar, della signora Lella, del signor Ibrahim, il Signor Lamar e di tutti gli altri.

Al momento sto scrivendo e illustrando due nuove storie mie, ma non parlano di cibo. Chissà se al decimo anniversario del libro dei giardini faremo uscire una nuova edizione con qualche ricetta in più. E’ un’idea mia, vediamo che succede. Magari con la scusa riuscirà anche in Italia!

Grazie Felicita per questa intervista!

I libri di Felicita Sala

Ti lascio una breve panoramica di libri disegnati da Felicita. Chiaramente sono molti di più, e ti invito a scoprirli sul suo sito o curiosando per librerie.